
“Ma cos’è questa chiave?”. E’ iniziato tutto così, da uno vecchio portagioie d’argento ritrovato ormai tutto nero nel cascinotto di campagna, tra vecchie lampadine, barattoli, innaffiatoi di ferro scassato, falci, corni scavati all’interno con la pomice per affilare le lame, zappe, zappette, sacchetti di sementi, una graziosa stufetta di ghisa. C’è voluto un po’ di tempo, la ricerca è stata lunga, qualche tentativo è andato fallito. Poi quella vecchia chiave di ferro è entrata come a casa nell’improbabile serratura di una buia cantina di famiglia, dove forse avrò messo piede una volta da bambino.

“Clic”, “clac”, “sbranc”: quella chiave ha liberato un mondo. Gli occhi hanno dovuto adattarsi qualche minuto alla semi oscurità. Ragnatele, polvere, ruggine, vecchi oggetti ammassati tra altri che sembrano messi lì da non molto. E nell’angolo, protetta da una pila di cartone, è spuntata una vecchia ruota coperta dal parafango mezzo sbilenco. Via i cartoni ed eccola: una vecchia #Bianchi da passeggio.

Ad occhio, avrà almeno 50 anni. Di chi era quella Bianchi dalle gomme ormai marcite ma dal telaio che sotto polere e un po’ di ruggine “suona” ancora perfetto? Era del bisnonno Francois detto Giulòt? Di nonno Arnaldo? Di zio Dionisio?
Ora cercherò un meccanico restauratore, quando riuscirò ad estrarla dall’ammasso di oggetti che stipano la cantina gli affiderò la vecchia Bianchi.

A maggio riuscirà ad affrontare collinette e sterrati della #Gravellata? Resisterà fino a settembre per schierarsi al via della #Monsterrato? Abbiamo in progetto partenze dedicate a bici passeggio vintage su percorso idoneo. Quante storie si potrebbero raccontare? Quanti ricordi potrebbero rivivere? Quante emozioni potrebbero riaffiorare?